Layout nel dettaglio
Passiamo ora all’analisi dettagliata del PCB, partendo come di consueto dalla zona socket. Il socket, atto ad accogliere CPU Core i7 di quarta e quinta generazione (Haswell e Broadwell), è dotato di placcatura in oro a 15u, per migliorare la conduttività dei pin e la loro longevità nel tempo. Intorno al socket troviamo le fasi di alimentazione, raffreddate da un voluminoso dissipatore in cui possiamo è possibile far scorrere l’acqua di un impianto a liquido. Tale feature è mascherata dai due tappi che vanno a coprire le filettature per raccordi da G1/4, soluzione molto pratica rispetto per chi è avvezzo ad impianti a liquido custom. Il foro interno è da 7.3mm quindi bisognerà mettere in conto un po’ di restrittività offerta da questo dissipatore all’atto del collegamento in un loop.
Sotto al dissipatore, si celano 8 fasi di alimentazione gestite dal controller digitale IR3580. Si tratta di un controller PWM ad 8 fasi con frequenza di switching fino a 2 MHz, che va a pilotare 4 driver IR3598. Questi a loro volta gestiscono lo switching delle 8 coppie di MOSFET Vishay SiRA12DP, certificati per erogare fino a 25A. Non si tratta di fasi disegnate specificatamente per l’overclock estremo, ma promettono di erogare potenza a sufficienza per overclock importanti, il tutto in piena stabilità e con un occhio di riguardo ai consumi in idle, grazie all’ottima gestione da parte dell’IR3580. A contorno delle fasi troviamo 8 induttanze in ferrite e condensatori black metallic certificati per 10.000 ore.
Passiamo all’analisi delle porte posteriori: input/ouput posteriori, il primo blocco comprende una porta PS/2 combo tastiera/mouse e 2 porte USB 2.0 stabilizzate per poter collegare DAC USB; a seguire troviamo le porte video, composte da una DVI-D Dual Link, 1 DisplayPort e 1 HDMI con supporto a flussi 4K, tutte placcate oro. Troviamo quindi 6 porte USB 3.0, 2 porte Gigabit LAN, la prima da sinistra (LAN2) gestita dal NIC Intel i217-V e la seconda (LAN1) gestita dal controller Atheros Qualcomm E2201 Killer (GIGABYTE poteva darci qualche indizio per distinguerle senza dover controllare nel manuale!). Per finire abbiamo il blocco dei 5 jack audio (placcati oro) e porta S/PDIF.
Dietro alle porte troviamo i chip per il level shifting dei segnali video (ASMedia 1442K e NXP PTN3360DBS). Le porte USB 3.0 sono tutte controllate dal chipset Z97, ma 4 di esse sono replicate dall’HUB Renesas uPD720210. A seguire, lungo il lato sinistro della scheda madre, troviamo i due chip sopramenzionati dedicati alle due Gigabit LAN.
In questa zona è presente anche la parte di amplificazione della sezione audio, con l’OP-AMP Burr Brown montato su zoccolo e posizionato vicino alle uscite audio per minimizzare le interferenze. Notiamo anche i due switch per aumentare il guadagno dei canali sinistro e destro. A seguire troviamo i condensatori Nichicon per il filtraggio della sezione audio e il chip SoundCore 3D protetto da una placchetta dorata.
Passiamo ora all’analisi degli slot PCI Express. Come anticipato, essi sono gestiti dal bridge PCI Express 3.0 PEX8747, che consente una configurazione fino a x16/x8/x16/x8, a partire dalle sole 16 connessioni offerte dalla CPU. In configurazione doppia scheda video avremo una configurazione x16, andando a popolare il primo e il terzo slot a piena lunghezza. Purtroppo, non ci sono switch per bypassare il chip PLX PEX 8747 in configurazione singola scheda video, ciò vuol dire che le prestazioni in questa configurazione potrebbero essere penalizzate rispetto alle altre schede madri non dotate dello switch PLX. In sintesi, se non pensate di utilizzare almeno tre schede PCI Express 3.0, farete bene a optare per le varianti meno costose sprovviste di tale chip.
Gli altri slot PCI Express sono di tipo x1 e di seconda generazione, messi a disposizione dal chipset Z97. Ne potrete utilizzare solo uno, a vostro piacimento, visto che sono collegati ad un'unica connessione x1 tramite il chip PEX 8605. In sintesi, se utilizzate il modulo WiFi in dotazione, non potrete installare altre schede in questi slot. Ovviamente, potrete sempre utilizzare gli slot x16, se non occupati già da schede video.
Sempre al centro, troviamo il doppio BIOS di sistema, uno principale e uno di backup, a sinistra della batteria tampone. E’ presente un terzo BIOS, EC_BIOS, per il backup delle impostazioni del controller ITE.
L’ITE 8620, situato al di sotto del chipset Z97, oltre a gestire la porta PS/2 per mouse e tastiera, si occupa del monitoraggio delle temperature e delle tensioni di sistema, oltre che della gestione delle ventole.
Lungo il lato inferiore della scheda madre, troviamo, a partire da sinistra, l’header per i jack audio del front panel, due connettori per ventole PWM, 3 header per 6 porte USB 2.0; due switch per scegliere se attivare la modalità Dual BIOS (SB) e quale dei due BIOS utilizzare (BIOS_SW), altri due connettori per ventole; e per finire l’header per i pulsanti e i LED del case.
Sul lato destro della Z97X Gaming G1 WiFI BK troviamo le numerose porte SATA 6Gb/s (ben 10), le prime 6 sono gestitite dal chipset Z97, e sono da preferire alle ultime 4 gestite da 2 controller Marvell 88SE9172. Due delle porte SATA 6Gb/s del blocco intermedio possono essere utilizzate come interfaccia SATA Express. Manca purtroppo un connettore M.2, quindi per utilizzare SSD di questo tipo dovremo munirci di un adattatore per slot PCI Express.
Proseguendo lungo il lato destro troviamo, troviamo un connettore di alimentazione SATA per stabilizzare la corrente fornita dagli slot PCI Express in caso di configurazione multi-GPU ed il classico connettore di alimentazione ATX 24 pin.
Subito accanto, la sezione di alimentazione delle RAM, costituita da due fasi controllate dall’IR3570A. Ricordiamo che questa scheda madre supporta fino a 32GB di memoria DDR3, ed è certificata per frequenze in overclock fino a DDR3-3200 (CPU e RAM permettendo). In questa zona troviamo anche i pulsanti on-board di accensione, reset e clear-cmos, come pure l’utile Debug LED e dei punti di misurazione delle tensioni.